Iniziai ad apprezzare veramente il
personaggio quando perse un mondiale facile contro Nicky Hayden, e
poi quando l'anno dopo nulla potè contro il sorprendente Casey Stoner
che guidava la Desmosedici Ducati. Stimolò finalmente il mio animo tifoso nel momento in
cui seppe riprendersi il titolo, per due volte, contro avversari
giovani e velocissimi, affamati di vittoria. In questa parte della
sua carriera le gare di Rossi furono da antologia, con manovre
impossibili e vittorie da cuore strappato. Mi resi conto che il
pilota stava entrando nella leggenda.
Poi danneggiò varie parti del suo
corpo corpo prima e durante la stagione 2010; disputò in modo
comunque inaspettatamente buono l'anno più difficile della sua
carriera, chiudendo con vittorie, podi e gare degne del suo nome.
Poi arrivò l'inverno.
Perchè a questo punto il Folle, messo
a posto alla meglio il fisico, decise di sfidare il dio delle corse e
di andare a guidare una Ducati. Scoprì presto che la bella moto
italiana altro non era che la pallottola d'argento che il destino
aveva preparato per lui: la sua anti-moto, il mezzo che non avrebbe
potuto guidare con la consueta grandezza. Il mezzo che avrebbe
guidato peggio di chi lo aveva preceduto. Impensabile,
inimmaginabile.
Iniziò qui la fase romantica della
carriera di Valentino. Dopo la supremazia, le sfide di fuoco e le
vittorie ottenute "con quel qualcosa in più" che solo
certi piloti hanno, arrivarono le sberle. Il campionissimo non vinse
più, anzi si infilò in un baratro di modifiche inefficaci, di
settaggi che non funzionavano, di gare vissute da figurante.
Valentino venne messo in dubbio dal mondo.
Valentino poi perse un amico sulla sua
stessa pista, il fortissimo Sic, e il mondo delle corse perse un
certo futuro protagonista. Valentino corse sopra il dolore e proseguì, ma le prestazioni
peggiorarono, e ancora.
Se si dovesse fare un film su Valentino Rossi, questa sarebbe la parte di cui il regista si dovrebbe innamorare.
Da dove viene la forza di arrivare al
traguardo?
Le Mans, 2012. Piove, e la Ducati va
forte sul bagnato. Jorge Lorenzo fugge per vincere, il suo è un
altro passo. Rossi parte settimo ma avanza subito, sta con il gruppo
dei primi. Battaglia e si lascia indietro il veloce Dovizioso e
l'arrembante Crutchlow, che cadono cercando di stare al ritmo.
Davanti c'è il secondo, e il secondo è Stoner. Il campione del
mondo, il pilota più veloce, forse di tutti i tempi. Ma che non ha
mai saputo battere Rossi in battaglia. Il Campione lo sa. Lo
raggiunge. Sorpasso, controsorpasso, ancora uno. Rossi batte Stoner,
Rossi è secondo sul podio.
Questo è il momento del film con la
colonna sonora migliore.
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foto da motogp.com |
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