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mercoledì 20 gennaio 2010

Il meraviglioso disco misterioso

Sono noto e preso in giro per le mie fissazioni musicali, per l'insana passione per un certo noto gruppo progressive rock, per lo sparare a (quasi) zero sulla musica pop-rock-leggera-cantautoriale italiana, per la nostalgia per la scena musicale inglese degli anni settanta, e soprattutto per la sfiducia nel presente e nel futuro della musica "commerciale", perchè tutto quello che esce mi sembra robaccia senza scampo.

Oggi ho ascoltato un disco di cui non posso fare il nome. È un disco nuovo di un autore vecchio da cui mi aspetto grandi cose, perchè in passato ne ha fatte di enormi. Leggo che si tratta di un disco contaminato, e conosco già gran parte delle canzoni, anche se sono nuove.

E ascolto, e provo subito meraviglia. Sento un arrangiamento clamorosamente moderno che viene da strumenti classici e legnosi e la voce nota che canta espressiva, intima e toccante. Per un attimo nei violini sento un ricordo di Bjork, poi gli archi mi portano il profumo di una colonna sonora di James Newton Howard. Un pianoforte da solo, minimalista. Ecco poi ottoni vari? un improvviso intreccio orchestrale... un crescendo?

Non cerco di trovare altre parole visto che ho sottomano un testo che parla del disco in modo appropriato. Ne cito una piccola parte, e la citazione descriverà per me:

"Note fugaci illuminano il silenzio come piccoli lampi. Due violini suonano brevi Mi in sequenza, punteggiati da una viola che alterna Mi, Si e Do. Sono sussurri sfasati che parlano e si rispondono in modo apparentemente incoerente. Gli accenti di ogni misura cadono in modo lievemente differente, mentre un’altra viola suona solo dei Si, crome e semicrome che spuntano dal nulla animando il tempo adagio della composizione. Dalla quinta misura s’aggiungono nuovi strumenti: un contrabbasso pizzicato fa rintoccare la tonica sottolineando in modo cupo la tonalità di Mi minore; un Si altissimo di violino pare un sibilo; altri sistemi di note s’incastrano su quei primi, delicati respiri in architetture di geometrica bellezza. Lentamente quelle note fugaci cominciano a formare un disegno più alto, diventano gradualmente più insistenti, salgono di un’ottava e s’incastrano in un crescendo che scuote: note che sembravano buttate sul pentagramma in maniera casuale s’aggregano per dare vita a nuove forme, e a una musica emotivamente severa e potente.
Non è l’opera di un compositore colto del Novecento. È un disco pop. (...)"

Peccato non possa dire il nome del disco...

;) 

5 commenti:

Unknown ha detto...

cavolo, deve essere uno che non hai ascoltato mai, molto lontano dal genere musicale che ascolti di solito, una sorpresa....

Antonio Gemmi ha detto...

Uno che non ho ascoltato mai no, come si capisce dal testo.
Per quanto riguarda il genere...

Krishel Mir ha detto...

Beh sono contenta che ti sia piaciuto. Penso di aver proprio capito di che disco si tratta. A breve lo recensisco anche io sia sul mio blog che su un sito musicale. Se ti interessa quando sarà on line ti mando il link. E si è un disco veramente molto particolare...
E lui ha la voce più bella del pianeta.

Antonio Gemmi ha detto...

ok, rimango in attesa! :)

Krishel Mir ha detto...

http://krishelhouse.splinder.com/post/22230846/Scratch+my+back+parte+2

Eccolo qui.