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venerdì 29 giugno 2012

Capitolo 11 – Senza storia



Chiuse il portello senza guardare e si abbandonò al silenzio dello spazio. Le stelle sarebbero state fino alla fine la sua buona compagnia.
FINE

La guardò un'ultima volta, per ricordare. Poi sparò e il mondo si spense, insieme alla luce nei suoi occhi.
FINE

Lasciò cadere i fiori, poi lesse per l'ultima volta quel nome estraneo: ADOLPH SPENCER 1952 – 2010. "Addio Jake" pensò, e si voltò, per non tornare.
FINE

La baciò con delicatezza, lei si abbandonò tra le sue braccia. Danzarono nel cuore del tramonto, la loro notte sarebbe durata per tutta la vita.
FINE

Il gatto esamina con calma il quartiere assolato poi con un guizzo si infila sotto a un cespuglio. Gli irrigatori temporizzati di villa Belfiore si accendono e iniziano a sparare tondi arcobaleni d'acqua. Raccolgo il giornale, eseguo qualche allungamento, con calma. Se solo tu potessi vedere, Brigitte, che splendida giornata!
FINE

Sanguinava. Si appoggiò al muro con la schiena, le gambe non lo ressero. Scivolò a sedere, lentamente. Gli bruciavano gli occhi ma non osava toccarli con le mani inondate di frammenti di cristallo.
Ce l'ho fatta, Mishima – pensò – Li ho presi.
FINE

Lanciò il pugno verso il cielo gridando il suo nome, i cento sopravvissuti gli fecero eco con un boato dal ponte della Kobayashi.
FINE

Attento – disse – ti riconosceranno. Specialmente adesso che ha smesso di piovere.
FINE

Trovò le chiavi della moto e le sigarette, poi prese una birra dal frigo-bar. Prima di andarsene si avvicinò di nuovo alla ragazza e le disse: «Bambola, sei stata grande».
Lei lo colpì con un pugno.
FINE

Qualche tempo dopo andai a trovare la Dottoressa Borrough all'ospedale. Stava seduta nel letto, sommersa da mazzi di fiori, lettere e cioccolatini. Mi sorrise alzando un sopracciglio. «Come vedi, Ralph, le lancette girano di nuovo all'indietro.», disse, «possiamo iniziare di nuovo, e potremo farlo ogni volta che vorremo».
FINE

Entrai nella sua stanza, chiusi la porta con due giri di chiave. Sedetti. Infine, c'era solo da aspettare.
FINE

Shae si fermò di fronte al lavabo, mise le mani a coppa e bevve, bevve a lungo, finchè la gola le fece male e lo stomaco sembrò scoppiare. Poi tornò fuori, e affrontò la notte.
FINE

L'onda d'urto ci travolse e ci scagliò addosso di tutto. Volammo e battemmo numerose volte prima di perdere i sensi. Quando aprii gli occhi Beth mi stava guardando. «Siamo stati fortunati.» dissi. Ma i suoi occhi si assottigliarono. «Non chiamarla fortuna, Robert.» mi rispose. Poi mi cinse la gola con entrambe le mani e iniziò a stringere.
FINE

Di una cosa sono sicuro: se un giorno Hans dovesse tornare a sfidare le marmose della parte Nord del Klam Puthra, io sarò con lui per raccontarlo.
FINE

Rise fino alle lacrime continuando a tenere in mano l'orologio rotto.
Avevi ragione tu - gridò – come sempre, diavolo di un Brewster!
FINE

Janus guardò il cielo che schiariva godendo della lieve brezza che si stava alzando. Poi si voltò verso il suo amico. Disse: - Possiamo andare adesso. - Il lupo si alzò lentamente e si avviò zoppicando nel sentiero che portava fuori dal bosco.
FINE

Per Chiara ho inventato le "fini di storie che non esistono" e solo per lei finora ne ho scritte, ma sono certo che non le dispiacerà per questa piccola eccezione.
Questa, in fondo, è la sera di un giorno feriale, e domani mattina tornerò al lavoro. Presto. Perciò qualsiasi cosa mi va perdonata.
FINE

1 commento:

Anonimo ha detto...
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