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domenica 17 giugno 2012

Capitolo 08 – Misplaced Childhood


Quel bambino in uniforme militare da parata.

Conosco i Marillion da molti anni. Sono un gruppo rock o progressive rock anzi neo-prog, e altro.
Insomma, sono un gruppo rock che crea delle belle atmosfere.
Attualmente, se si fa un salto su marillon.com, è possibile fare conoscenza con l'incarnazione della band più recente e più longeva: ci sono Steve Rothery - chitarra elettrica ed acustica, Pete Trewavas - Basso elettrico, voce secondaria, seconda chitarra ed effetti, Mark Kelly - Tastiera, effetti, voce secondaria, programmazione, Ian Mosley - batteria, percussioni, ed il loro capitano è Steve Hogarth, un bravissimo cantante e musicista che ama farsi chiamare solo con l'iniziale del cognome: H.
Ma il disco con il bambino in tenuta militare di cui qui parlo viene da un'altra epoca. Erano gli anni ottanta, e la voce dei Marillion era un omone alto due metri che si faceva chiamare Fish.

Mispalced Childhood è un disco che mi vantavo di conoscere piuttosto bene e che non ascoltavo da tempo. Poi come succede, nell'ambito di una playlist mp3 piuttosto ampia e mista che avevo impostato, è uscito fuori un brano: Childhood's End?. E allora un po' per la bellezza delle sequenze di accordi e un po' per il tema della canzone, che parla del ritorno dell'infanzia che si pensava perduta, i Marillion degli anni ottanta hanno sfiorato la mia sensibilità di 38enne in un modo diverso da come era successo tanti anni fa.
Ho reimpostato il player Foobar per riascoltare l'intero disco. E non ho smesso per giorni, anche in cuffia in metropolitana e sul treno.
Cosa mi ero perso in questo disco al primo giro? Probabilmente quello che mi era sfuggito nei primi cento ascolti di The Lamb Lies Down On Broadway dei Genesis, o di Meddle dei Pink Floyd, ovvero il "succo". Non si conosce un disco finchè non si sente vibrare quella corda nascosta (se c'è, ovviamente).

L'errore naturale dell'ascoltatore-conoscitore è decidere che "un bel disco" sia semplicemente tale e proseguire la propria vita musicale, rimanendo convinto di aver ascoltato "un bel disco" e lasciando indietro la possibilità di sintonizzarsi su quella vibrazione che promuove un'opera in musica da "un bel disco" a colonna sonora di alcuni giorni della vita.
Questo esattamente mi è successo con il disco con il bambino in copertina.

Marillion - Misplaced Childhood - album cover
Il mio giudizio su di esso faceva superficialmente più o meno "scopa" con la lettura critica genericamente condivisa della nascita dei Marillion: in quegli anni, in cui la musica più ascoltata era più leggera che mai, in cui i Duran Duran uccidevano il movimento punk portando freschezza con le loro opere sintetiche e spensierate (e peraltro godibilissime) e i Depeche Mode aprivano la strada alla musica dei sintetizzatori riempiendo i loro dischi con sonorità immani e meravigliosamente innaturali, i Marillion guardarono al passato, agli anni settanta, l'epoca in cui la produzione musicale delle band inglesi era l'avanguardia, la creazione, il miracolo, e incredibilmente riuscirono a plasmare la propria musica come la via di mezzo tra quell'epoca e il contemporaneo.
E infatti negli album dei primi Marillion troviamo i Genesis, la chitarra dei Pink Floyd, tante tastiere suonate da qualcuno che sembrava aver studiato bene il pianoforte (cosa rara da trovare nei brani da hit parade degli anni dei paninari), variazioni di tempo da pari a dispari dalla sezione ritmica, composta da basso e batteria, come si fa nel rock. Il front-man Fish sembrava fare di tutto per far credere che dietro al microfono ci fosse qualcuno all'altezza di Peter Gabriel. Una musica piena, che passava dal sottovoce al grandioso nell'ambito di un'unica canzone.
Tanti riferimenti musicali importanti, sintetizzati in nuova musica da una band che desiderava però un approccio diretto con il pubblico, e che proprio per questo sembrava evitare di riproporre i ghirigori più complessi delle suite genesisiane, non si dilungava in angosciate, floydiane dilatazioni degli spazi, si teneva lontana dalle sperimentazioni hard-sinfoniche che resero celebri i King Crimson o dalle cavalcate ritmiche ed un po' esibizioniste degli Yes.
Al contrario, i Marillion utilizzavano gli stessi suoni dei Duran Duran e degli Spandau Ballet per costruire le loro melodie. La loro complessità era quella strettamente necessaria a far suonare il pezzo musicale in maniera completa, epica a volte, intima altre, esplosiva altre ancora. Suonando benissimo ma senza strafare, con eleganza.

Marillion - Script for a Jester's Tear - album art
I Marillion uscirono con il loro primo album, Script for a Jester's Tear, nel 1983. A causa di questo album la critica musicale si vide costretta a creare un nuovo sotto-genere musicale: il neo-progressive rock, che stava a definire un rock epico e d'atmosfera quanto il prog sinfonico degli anni 70, ma più sciolto, diretto, più in linea con gli anni ottanta. I Marillion, costruendo questo ponte verso il passato, ebbero il merito di avvicinare alla musica progressive nuove generazioni di appassionati.

Misplaced Childhood è il terzo album dei Marillion, ed è un "concept album".
Negli anni settanta, le band britanniche che dettero vita ai più bei momenti del rock progressivo sembravano amare l'idea del concept album, ovvero una sorta di disco a tema.
Anzichè una sequenza di canzoni, il concept album è un'opera unica, non divisibile, che sviluppa un unico concetto, o idea, o storia, dall'inizio alla fine.
Di solito tutti gli intenditori sono d'accordo nell'individuare il primo concept album della storia nel Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles.
Altri esempi di dischi "concept" di grande bellezza sono

The Wall dei Pink Floyd
The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd
Thick as a Brick dei Jethro Tull
Smallcreep's Day di Mike Rutherford
The Lamb Lies Down on Broadway dei Genesis (questo forse è il mio disco preferito in assoluto)
The Snow Goose dei Camel
Tales from Topographic Oceans degli Yes
Tarkus di Emerson, Lake & Palmer
2112 dei Rush

Ce ne sono tantissimi.
E Misplaced Childhood che cosa è? Una sorta di moderna reliquia, un falso che ripropone il passato in un disco nato vecchio?

I Marillion con Fish composero, 10-15 anni dopo l'apice di questo tipo di produzioni, un disco presuntuosissimo nel suo voler essere erede di tanta meraviglia, ma che in realtà era più che altro molto gradevole da ascoltare. Tranquillo. Bello, bel disco. Fece conoscere i Marillion al pubblico più grande.
Misplaced Childhood fu il disco più organico dei Marillion con Fish, forse non il più complesso (la complessità, come è noto, è vita e condicio sine qua non per gli amanti del prog rock più integralisti, e porta di comunicazione con il passato per il neo-progressive), ma sicuramente il più ricordato.

Dal disco furono anche tratti dischi singoli di successo (i 45 giri, chi li ricorda?), e tra tutti il più famoso fu Kayleigh.

E fino a qui ho sempre saputo tutto. Bel disco, no?
Ma perchè, da qualche parte, nei forum in rete se ne è sempre continuato a parlare? In fondo è un disco di 25 anni fa, mica sono i Pink Floyd...
Ebbene, è solo nel 2012 che mi rendo conto che questo disco è un grande capolavoro, e non solo. È un disco che ha quel famoso qualcosa di speciale nascosto, la corda che vibra, il succo.

Seguire la musica accompagnati dalle tantissime parole che Fish incastra nel ritmo è seguire l'evoluzione di uno stato d'animo. Fish ha l'aspetto di un boscaiolo, ma scrive dei testi da lasciarci il cuore. Complice il velo linguistico, per lunghi anni avevo canticchiato le parole senza soffermermi sul significato. La vera illuminazione l'ho avuta una sera, guidando la macchina da Roma a Terni.
Quel giorno, per caso, ho scoperto che questo bel disco era di una bellezza fragorosa, pieno di malinconia e di amore perduto, ricco, sofferente nella ricerca degli elementi che servono a riempire i vuoti dell'anima dell'io narrante, rabbioso per i pensieri sull'innocenza perduta e sul bisogno di riavere indietro quell'infanzia finita chissà dove. "My childhood, a misplaced childhood, give it back to me".
Ho scoperto che il tema cantato da Fish va oltre la nostalgia, che ha piuttosto la funzione di aprire le porte della narrazione interiore, attraverso lo sguardo ingenuo e semplice della fanciullezza.
Ho scoperto chi è il bambino in uniforme, ora so tutto di lui, e adesso non riesco più a guardarlo sulla copertina del disco senza un filo di emozione.

Che soddisfazione innamorarsi della musica, specialmente di quella che già si pensa di conoscere.
Ho scoperto l'essenza dei Marillion di quegli anni, ho scoperto tantissime tracce di questa bellezza anche nei dischi precedenti e nei successivi a Misplaced Childhood. Ho scoperto il motivo per cui ci sono in giro tante ragazze sui 25-26 anni che si chiamano con un nome che ha inventato questo signor Fish in questo disco. Ma sebbene Kayleigh abbia un ruolo importantissimo in Misplaced Childhood, non ne è il fulcro, ne è in realtà solo uno dei motivi scatenanti.

Marillion - Kayleigh - cover art
...e adesso arriva il momento del testo riportato nel blog come una poesia:
Dentro a Misplaced Childhood c'è un pezzo che si chiama Bitter Suite, e dentro a Bitter Suite c'è un pezzo che si chiama "Blue Angel" che trovo violentemente dolce, emozionante:

the sky was Bible black in Lyon
when I met the Magdalene
she was paralysed in a streetlight
she refused to give her name
and a ring of violet bruises
they were pinned upon her arm.
two hundred francs for sanctuary and she led me by the hand
to a room of dancing shadows where all the heartache disappears
and from glowing tongues of candles I heard her whisper in my ear
"J'entend ton coeur"
I can hear your heart


Chi conosce già il disco e lo trova "buono" farebbe meglio a riascoltarlo. Se chi non lo conosce affatto ha bisogno di un gancio, vada su Youtube e cerchi "Kayleigh" (o sfrutti il link che ho gentilmente fornito, più su nel testo), troverà quella canzone così carina che ci piaceva tanto mettere nei momenti romantici delle feste di scuola.
L'approfonditore invece potrebbe cercare su Google la storia dell'idea di Fish e della sua visione del bambino in uniforme. O andare ancora su Youtube a ascoltare una versione qualsiasi della filastrocca per bambini della tradizione inglese Lavender Blue, che se non si è inglesi non la si conosce e invece è fondamentale per ascoltare il disco.

Le immagini che accompagnano questo post sono opera di Mark Wilkinson, lo storico illustratore dei dischi dei Marillion.

And it was morning. And I found myself mourning for a childhood that I thought had disappeared...

Marillion - Market Square Heroes - cover art

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