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mercoledì 6 giugno 2012

Capitolo 04 – Snow Soon

Questa era la vista dal balcone di casa mia il giorno dopo la grande nevicata di quest'inverno.


Il giorno prima arrivare a casa era stata una grande conquista quando, uscito per emergenza neve alle ore 16:00 dall'ufficio, che si trova sulla sommità del colle Aventino di Roma, avevo guidato fino a Terni, arrivando a casa alle 23:00 abbondanti.
Benedicendo mio padre per aver fornito la mia Golf di gomme termiche, avevo affrontato con coraggio il traffico romano, paralizzato dal fondo ghiacciato delle strade. I romani che guidano sulla neve sono come gli stambecchi che nuotano: non è proprio previsto che ne siano capaci.
Dopo ore passate immerso in fitti, immobili sciami di automezzi, occasionalmente divertito da incapaci che slittavano qua e là fuori controllo e rallentato da alberi caduti (a Roma spesso cadono gli alberi in strada e sulla testa delle persone, basta che piova o che tiri un po' di vento, non è stato ancora scoperto il perchè) avevo finalmente raggiunto l'appendice posteriore della lunghissima coda che portava al casello autostradale di Roma Nord. Chilometri e chilometri di coda.
Saltando freneticamente di radio in radio, con la tenue speranza di trovare qualche musica decente per uccidere l'attesa, ero finito sulle onde di Radio Rock, un'emittente romana che spesso passa bei pezzi. Il deejay stava diramando bollettini improvvisati sulla viabilità di Roma e suonando dischi degli Yes.
E improvvisamente aveva estratto dal cilindro la miglior mossa musicale dell'anno, scegliendo di suonare "Soon", dal disco "Relayer". Mi era sembrato anche di sentirlo scusarsi perchè in realtà "Soon" non è un pezzo a sè, essendo in realtà la parte conclusiva della suite "The Gates Of Delirium", ma lui non poteva suonarla tutta per motivi di scaletta, e in fondo "Soon" uscì anche come disco singolo.
Nel cassetto di fronte al sedile del viaggiatore, se non rcordavo male, avevo proprio il CD Relayer degli Yes. Si, c'era, bello nella sua doppia copertina di cartone della versione remaster. Ammazza che coincidenza.
Finito di ascoltare il pezzo avevo mandato un sms di ringraziamento al buon Deejay, che mi aveva risposto per radio facendomi un in bocca al lupo per il viaggio nella neve.
Crepi!

Finalmente al casello. Partenza.

Mentre passavo sotto al Telepass gate (-neeeeeeep-) stavo già ascoltando di nuovo gli Yes, stavolta partendo dall'inizio di The Gates Of Delirium, stavolta dal mio CD. Le gomme termiche iniziavano a farsi largo su uno strato un po' più consistente di neve.
Si procedeva in pochi attraverso un paesaggio lunare, insieme ai mezzi che sistemavano come potevano la sede stradale della A1, con poche luci e fiocchi di neve che cadevano fitti, grossi come gomitoli di lana.
Il Delirium degli Yes, passata la guerra musicale sfrenata, si andava stemperando con accordi allungati di tastiera, fino all'entrata della steel guitar di Steve Howe, che annunciava l'arrivo di "Soon".
Mentre la chitarra metallica sviolinava le note, Jon Anderson cantava

Soon oh soon the light
Pass within and soothe the endless night
And wait here for you
Our reason to be here

tagliando l'abitacolo della Golf come un soffio di neve.
"Soon" è musica di cristallo, è ghiaccio puro.
Il pezzo assumeva la forma di un'onda fredda, ripetitiva e dolce mentre io sciavo con il battistrada attraverso un panorama nero (sopra) e bianco fluorescente (sotto), entrambi sfumati da una tessitura di macchie bianche e tonde in rapida caduta verticale. Il caldo e rassicurante rumore del motore dello spazzaneve che superavo con calma aggiungeva toni bassi ad una melodia che si sviluppava su toni opposti, perchè il basso di Squire, usualmente colossale nei migliori pezzi degli Yes, viene appena toccato in "Soon".
La magia era finita quando, finito il tratto di autostrada, un posto di blocco aveva forzato la mia uscita dalla superstrada in quel di Narni, dove il livello della neve era qualcosa in cui affondare di brutto. A quel punto io e una macchina della polizia avevamo iniziato a divertirci con derapate a bassa velocità, e l'atmosfera si era fatta meno sognante e più sportiva. Ci stava benissimo "Sound Chaser", la canzone che viene dopo "The Gates Of Delirium", sempre dentro a Relayer.
Ma quando infine arrivai a casa avevo ancora in mente "Soon".

Terrò questo disco in macchina ogni inverno, nella speranza che nevichi di nuovo in autostrada.

Yes - Relayer - album cover

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